Quando mi trovo davanti a cose che non posso controllare
cerco risposte persino nel cemento della città.
Cerco l’ultima luce tra le piazze vuote della periferia
dove solo il maestrale vigoroso mi fà compagnia.
E una luna brillante.
Una danza da baccante, l’offerta di vino e cibo, di oro e argento,
il sacrificio di un montone, il digiuno e il cilicio,
la recita di una preghiera, la ripetizione di un mantra,
un canto sommesso, l’omaggio di candele e fiori.
La mia mente ha snocciolato a ripetizione tutte le possibilità
immobile,
nella morsa dell’imponderabile.
Senza casco.
Muta.
Non so come bisognava fare
a chiedere al cielo e alla terra e al vento
un pizzico di buona sorte
un pizzico di benevolenza.
E tutto intorno si muove
e tutto intorno esiste,
tacendo.